lunedì 24 gennaio 2011

AMARCORD

Ognuno di noi conserva tra i propri ricordi un evento, un'occasione, un episodio particolare a cui collegare il primo vero approccio col mondo alieutico. Anche per me è stato così.
Volgendo lo sguardo al passato, non posso certo dire che in casa mia si respirasse la pesca. Quelle rare volte che ci si organizzava per andare a mangiare il pesce ai ferri in trattoria, poteva capitare che la gita familiare finisse per includere una breve pescatina di trote dentro degli enormi vasconi, dentro i quali c'erano più pesci che molecole d'acqua. Era una mattanza più che una pescata, organizzata ad hoc per intrattenere le allegre famigliole e per permettere agli improvvisati pescatori di portare a casa un po' di pesce fresco. Senza dubbio il sottoscritto si divertiva, ancora oggi ho un piacevole ricordo di quei pomeriggi. Tuttavia le mie esperienze di pesca si fermavano qui.
Il 28 gennaio 1999, una settimana dopo il mio compleanno, ci lascia una persona a me molto cara: il mio adorato nonno. E' un gran brutto colpo, e a 12 anni per la prima volta mi ritrovo a dover fare i conti con la morte di qualcuno a me vicino. Come succede in questi casi, le sue cose vengono suddivise tra la moglie e i figli. Metter mano alle cose del nonno per mio padre è incredibilmente doloroso. Ogni oggetto è un ricordo particolare, ogni foto lo riporta indietro nel tempo. Una sera lo vedo rincasare con un vecchio scatolone tra le mani. Ci chiama a raccolta in salotto, e inizia a  svuotarlo: appaiono per primi un grosso album pieno di francobolli e una scatola piena di vecchie monete straniere. Ma la cosa che veramente mi attirò quella sera, fu un'altra: la  vecchia attrezzatura da pesca del nonno! Cannetta telescopica, guadino, reggicanne, forbici, nylon, ami e ancorette, campanellini, galleggianti di tutti i tipi e di tutti i colori, piombini di tutte le forme e di tutte le grammature,... La cosa più curiosa era una scatolina di pastiglie Bertolli, al cui interno erano perfettamente conservati diversi cucchiaini per la pesca a lancio. Non sapevo di questa passione del nonno... Quella sera mi si spalancarono le porte verso un mondo fantastico di cui proprio ignoravo l'esistenza. Mi feci promettere che un bel giorno avremmo onorato mio nonno provando a pescare con la sua vecchia attrezzatura. L'occasione si presentò durante l'estate, al mare. Avevo insistito tanto, così alla fine i miei nel caricare l'auto avevano trovato un po' di posto anche per l'attrezzatura da pesca. Tuttavia, come l'abito non fa il monaco, così un'attrezzatura da pesca non ti può trasformare per magia in un pescatore. Non avevamo idea di come utilizzare tutta quella roba. Mio padre provò a fare mente locale, per tentare di riportare alla luce qualche ricordo o qualche nozione appresa in passato. Fu così che una bella mattina ci presentammo in riva al mare in pieno stile ARMATA BRANCALEONE. Montatura a dir poco anticonvenzionale, nodi assolutamente inaffidabili ed esca leggermente improbabile per poter insidiare un pesce di mare: una pallina di polenta innescata su una piccola ancoretta. Ripensandoci oggi, non posso fare a meno di sorridere. Mio padre doveva aver fatto un minestrone di vecchie nozioni, lette da qualche parte o apprese da qualche rara pescata col nonno. Ora, potrei raccontarvi della cattura del mio primo pesce, e dirvi quanto grossa era quella trota, o quanto saltava quel luccio... O meglio, visto che eravamo al mare, dovrei vantarmi di quanto tirava quella spigola o di quant'era piegata la mia canna sotto le testate di quella splendida orata... E invece no, il mio primo pesce fu tutto un programma: un carinissimo ghiozzo preso con la polenta!


A questo episodio sono seguite diverse uscite, sia in mare sia in laghetti di pesca sportiva. Mio padre quando poteva mi accompagnava, ma spesso andavo a pescare da solo, tanta era la voglia. Ho rotto fili, ho perso pesci, ho appeso esche sugli alberi, ho preso parole dagli altri pescatori quando immancabilemente prendevo dentro i loro fili.


Nel tempo ho cercato di applicarmici sempre di più, di capire, di imparare. Dopo anni, sono saltati fuori dallo scantinato del nonno anche diversi libri, che conservo con grande gelosia. Sono volumi rari, dei primi anni '60, con le immagini disegnate con gli acquarelli.



I nodi negli anni sono divenuti più resistenti, le catture sono aumentate, le attrezzature si sono fatte via via più serie. Ma la passione che mi spinge ogni giorno sulla riva del fiume con la mia fidata canna in mano è sempre la stessa. Una magica calamita a cui non posso (e non voglio) resistere..
Non aver mai avuto l'occasione di pescare con mio nonno mi mette un po' di malinconia. Così come in altre occasioni, da lui avrei potuto imparare molto. Però usare ancora oggi i suoi piombi, tarare i suoi galleggianti o legare i suoi curatissimi cucchiaini, me lo fanno sentire vicino.
Ciao nonno