lunedì 14 maggio 2012

LAGO DI CENTRO CADORE: PRETERINTENZIONE O STRAGE DOLOSA?

Marzo 2012. L'emergenza-siccità preoccupa seriamente il Bellunese. In particolare, il livello del Lago di Centro Cadore (bacino artificiale originato dalla sbarramento del fiume Piave e situato tra i comuni di Pieve, Lozzo, Domegge e Lorenzago di Cadore) è ai minimi dal 2003. E' una situazione anomala, solitamente tipica dei mesi estivi, assolutamente inconsueta per questo periodo. 

corrierealpi.gelocal.it

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Il livello del bacino è bassissimo: alcune zone dell'invaso sono completamente a secco, mentre le pozze che si vengono a creare ghiacciano a causa delle rigide temperature, causando la morte dei pesci contenuti all'interno. Parliamo di quintali di pesci. Basti pensare che in una delle pozze ghiacciate, sono stati recuperati 6 kg di pesci morti per metro quadrato! 

ilgiornaledivicenza.it

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I pescasportivi non sembrano però convinti che questo disastro sia da imputare esclusivamente all'anomala ondata di siccità. Siamo davvero sicuri che l'ENEL non c'entri nulla con questa tragedia? Per niente, secondo il Corriere delle Alpi e nuovocadore.it 

L''ENEL respinge al mittente ogni accusa, e in una nota diffusa il 4 marzo comunica: «Il deficit idrico del bacino del Piave preoccupa fortemente il gruppo Enel...Enel é già intervenuta sulla regolazione dei propri bacini, tanto che la produzione di energia elettrica delle centrali alimentate dall’acqua del bacino del Piave é oggi inferiore a poco meno della metà di quella prodotta mediamente negli scorsi anni. Dunque, non si può dire che Enel non abbia già preso in esame la delicata situazione... La situazione rischia di diventare ancora più critica già tra poche settimane, in quanto, secondo le prescrizioni contenute negli atti di concessione delle centrali, Enel dovrà rilasciare acqua nei tempi e nelle quantità richieste dai Consorzi Irrigui. In questo quadro, un mese fa Enel ha ritenuto opportuno inviare adeguata informativa alle autorità competenti affinché vi fosse la possibilità di valutare interventi di tutela delle esigenze dei cittadini e degli operatori nonché della salvaguardia dell’ambiente. Analoga iniziativa é stata condotta nei confronti dei Consorzi Irrigui ... É comunque doveroso ricordare che, pur in presenza di questa situazione, Enel ha comunque sempre assicurato il rilascio del deflusso minimo da tutte le proprie opere idrauliche per ASSICURARE LE CONDIZIONI DI SUSSISTENZA DELLA FLORA E DELLA FAUNA PRESENTE IN ALVEO».

A vedere le foto, non si direbbe...

spinning-mania.it

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«Nell'aprile 2008 ENEL presenta la richiesta di forare la diga del Lado di Centro Cadore con lo scopo di COSTRUIRE UNA NUOVA CENTRALINA, in modo da poter usare la portata del minimo deflusso vitale per produrre energia. Il 2 marzo 2009 il ministero delle Infrastrutture rilascia all’ENEL l’autorizzazione, ma chiede di chiarire le quote d’invaso precauzionali (il livello del lago) per eseguire il foro, e la tecnica che verrà usata per tappare la corona del foro (largo 1,4 metri), dal momento che si intenda inserire un tubo dal diametro di 1 metro. La guarnizione che verrà utilizzata dovrà reggere una pressione moto forte quando il bacino tornerà pieno.
ENEL invia il 24 marzo 2011 (protocollo 00136011) gli elaborati dell’ingegner Osvaldo Francescon, in risposta alle perplessità del ministero, e affrontò il resto delle pratiche necessarie per l’autorizzazione. Il 22 luglio 2011 arriva il nulla osta per la costruzione delle linee interrate per la connessione con la rete fino a Soverzene, e il 5 ottobre 2011 l’ufficio tecnico dighe di Venezia dà il suo nulla osta ai lavori, avendo ottenuto da ENEL (protocollo 0038815) la risposta relativa al livello del lago, che si prevedeva di far scendere a 653 metri per l’esecuzione delle opere, ovvero quattro metri sotto l’asse del foro da realizzare.
ENEL afferma che il volume disponibile, tra i 653 metri e i 656,30 metri del foro, sarebbe stato di circa 2,1 milioni di m3, più che sufficiente per contenere eventuali piene.
Afferma poi che, nel 2002 e 2003, erano stati raggiunti livelli del lago inferiori (circa 650 metri) a quelli richiesti in quest’occasione. Ricorda anche che il livello minimo di regolazione era di 643 metri. Per l’esecuzione di queste opere si prevede di ridurre il livello del lago di 32 metri su un totale di 42 teorici di altezza massima.
Il 10 ottobre la giunta regionale del Veneto dà parere favorevole all’opera. L’11 ottobre 2011 l’Ispettorato territoriale Veneto del ministro delle Infrastrutture comunica il nulla osta del ministro. I tre soggetti citati comunicarono che avrebbero partecipato alla Conferenza di servizi convocata per l’11 ottobre 2011 alla quale sono presenti Enel Produzione spa con cinque ingegneri, il sindaco di Pieve di Cadore, che esprime il proprio parere sfavorevole e chiede di acquisire un documento che spieghi la propria opposizione, l’Arpav (favorevole) e la Provincia di Belluno (favorevole).
Assenti altri cinque convocati (ministero Beni e Attività culturali; Veneto Agricoltura; Direzione urbanistica; Unità di progetto energia: Unità di progetto foreste e Parchi e reti ecologiche della Regione Veneto).
Il sindaco di Pieve chiede che sia definita una convenzione nella quale il 30% degli utili realizzati da ENEL venga assegnato come compensazione al Comune di Pieve di Cadore. Il 13 dicembre 2011 c’è la delibera della giunta regionale che autorizza l’opera e le operazioni di svuotamento del lago (DGR 2154 del 13/12/2011, BUR 1 del 3 gennaio 2012).  Lo svuotamento è di circa 37 milioni di m3». [cit. Diego Cason, Corriere delle Alpi]


Su facebook monta giustamente la protesta di cittadini e associazioni, i quali chiedono che venga fatta giustizia.


nuovocadore.it

Per colpa della devozione dell'uomo al Dio Denaro, come sempre a farne le spese sono coloro che non possono mai avere voce in capitolo, e sono destinati ora a decomporsi sull'asciutto fondale del lago...

beppegrillo.it


Un sentito ringraziamento al blogger Samuele Cavina per le belle parole spese nei miei confronti sul suo blog, per mezzo del quale da un paio d'anni è impegnato a donare visibilità ai disastri ecologico-ambientali che affliggono i nostri martoriati corsi d'acqua.

giovedì 10 maggio 2012

APPELLO PER SALVARE IL FIUME BRENTA

I guai per il fiume Brenta sembrano non finire mai. Qualche mese fa avevo dovuto ahimè annunciare la notizia di un disastro ambientale che aveva interessato questo bellissimo corso d'acqua. Ora sul fiume incombe una nuova minaccia.

Riporto testualmente l'appello lanciato dal Comitato Tutela Fiume Brenta, consultabile direttamente cliccando qui

Il Brenta è un fiume bellissimo che, nel tratto montano del vicentino, ogni anno attrae migliaia di turisti che si dedicano a varie attività: pesca, canoa, rafting, cicloturismo. Il Fiume è abitato da specie ittiche di rara frequenza, temolo, trota marmorata (indicata dalla Comunità Europea come specie a rischio di estinzione) barbo canino, scazzone ed altre: un sito naturale importantissimo che rappresenta anche un notevole ritorno economico per tutta la Valbrenta.
Nel corso dei decenni il Fiume è già stato oggetto di interventi massicci per la produzione di energia elettrica ma, come al solito, “l’appetito viene mangiando” e non ci si è ancora stancati di vedere nel meraviglioso corso d’acqua l’opportunità di un ulteriore sfruttamento a vantaggio di pochissimi e a danno di un bene che appartiene a tutta la collettività.
Con la deviazione del 40% dell’acqua a regime normale, Il progetto della nuova centrale idroelettrica della Ditta Crestani Claudio di Bassano del Grappa, già autorizzato dalla Regione Veneto, distruggerà IN MODO IRREPARABILE il percorso del fiume e del suo ecosistema naturale, in un punto della vallata strategico per la sua bellezza e concentrazione di ricchezza naturale, tra i comuni di S. Nazario e Valstagna, arricchendo solo poche persone e senza alcuna ricaduta sociale.
Il fiume Brenta è patrimonio di tutti e rappresenta una risorsa preziosa per tutta la valle, dal punto di vista turistico, ambientale ed economico. Abbiamo il diritto di permettere tale irreparabile distruzione che avrà ripercussioni anche per le generazioni future? Quale divina autorizzazione è concessa ai potenti di turno per potere sindacare scelte non temporanee della durata dei loro mandati ma influenti nei decenni a seguire? Chiediamo di fare tutto ciò che è in suo potere per fermare questo grave e improvvido intervento.

A cura del Movimento per la tutela del Brenta, al quale anche la nostra Associazione appartiene, è iniziata la campagna di opposizione alla deviazione di gran parte del Fiume in località "Pian dei Zocchi" a  favore della ripresa del condotto atto all'insediamento di una nuova centralina idroelettrica in capo alla ditta Crestani di Basano del Grappa. Parlare di centralina è parlare di eufemismi in quanto il prelievo corrisponde a circa il 40% del corso normale del Brenta. Il tratto interessato è quello che comprende anche il campo gare canoe e quindi la zona No - kill e gran parte della Trofeo in Comune di Valstagna - San Nazario.
Più riusciamo ad essere, più speranza esiste di bloccare un insediamento del quale non se ne sente proprio il bisogno e che è di una gravità assoluta per l'ambiente nel quale esercitiamo non solo il nostro sport, ma una azione particolare di cura ittica.
Grazie per l'attenzione che vorremo dare a questo problema.

Cara Amica, caro Amico
se ritiene piacevole l’esercizio della pesca nelle splendide acque del Fiume; se hai avuto il piacere di discendere il Brenta in canoa o rafting; hai fatto il bagno nelle sue acque cristalline; se hai fatto un pic-nic sulle sue sponde; se credi che il fiume sia di tutti e non per pochi; se credi in uno sviluppo sostenibile e non distruttivo del territorio;
LEGGI PER PIACERE QUESTA MAIL
Un recente decreto della REGIONE VENETO ha concesso l'AUTORIZZAZIONE AD UN PRIVATO (Ditta Crestani Claudio di Bassano del Grappa) di costruire una NUOVA CENTRALE IDROELETTRICA per lo sfruttamento delle acque del Brenta nell’unico tratto rimasto a regime naturale. Questo distruggerà IN MODO IRREPARABILE un tratto delicato del fiume e del suo ecosistema naturale, arricchendo solo poche persone e senza ricaduta alcuna sul territorio. Ci sarà una riduzione notevole del flusso (pari al 40% circa della portata in regime normale) che renderà impossibile per sempre una ragionata tutela della fauna ittica pregiata in un ambiente particolarmente adatto alla sua riproduzione, esercitare la pesca, fare canoa, nuoto, rafting.
INONDIAMO al più presto con l’allegato messaggio la scrivania del Presidente della Regione Veneto LUCA ZAIA “presidenza@regione.veneto.it” a tutti i politici di tua conoscenza, ad amici e conoscenti e in copia a “salviamoilbrenta@gmail.com”
Inoltre aderisci se vuoi al gruppo Facebook SALVIAMO IL FIUME BRENTA dove troverai informazioni più dettagliate, aggiornamenti e immagini.
Grazie per aver a cuore il fiume Brenta e il suo futuro. E speriamo di poter ancora godere insieme delle sue splendide acque!

COMITATO TUTELA FIUME BRENTA