sabato 13 novembre 2010

L'ETICA NELLA PESCA: SI PUO'!

In questi ultimi anni sono aumentati in maniera esponenziale gli amanti della pesca che hanno fatto propria la pratica del Catch & Release. La cosa positiva, è che si tratta soprattutto di giovani. Più difficile invece è incontrare pescatori anziani che pratichino il No Kill. Si è radicata in loro la convinzione che tutto quanto ci doni il fiume sia da consumare. In passato, quando i nostri nonni non navigavano di certo nell'oro e i fiumi erano puliti e pescosi, si pescava anche per mettere qualcosa sul piatto. Oggi le cose sono cambiate: non siamo più costretti a pescare per poter mangiare, e gli abitanti del fiume hanno bisogno di essere tutelati perchè le acque in cui vivono sono cambiate, purtroppo in peggio. Molti di noi ora vanno a pescare per evadere dai mille problemi che ci assillano ogni giono, per staccare la spina dallo stress quotidiano, per passare qualche ora in mezzo alla natura, magari in compagnia di cari amici. Si va a pescare anche per mettersi alla prova, in una sorta di continua sfida con noi stessi. C'è la voglia di migliorare, c'è la voglia di superarsi ogni volta. Per molti fare il piercing a un pesce è una crudeltà gratuita se poi il pesce lo si lascia andare. Io non la vedo così. E' logico che la pesca preveda del dolore per i pesci catturati, ma non è necessario uccidere per divertirsi. Con le dovute accortezze, è possibile rilasciare il pescato in ottime condizioni. Sono stufo di vedere pesc...., persone che riempiono i congelatori di grossi pesci, solo per il gusto di vantarsene con gli amici. Non c'è niente di meglio che una bella foto-ricordo per questo! Sono anche stufo di chi, in barba a leggi e regolamenti, non rispetta i periodi di frega, le misure minime, le quantità di pescato, ecc. Gente che fa stragi, e poi ha la faccia tosta di lamentarsi perchè "non se ciapa più niente!".Gente che lascia soffocare i pesci dentro un sacchetto di plastica. Io e coloro che pescano con me, pratichiamo il No Kill per credo. Una filosofia che ci porta a maneggiare il pesce con le mani bagnate, a slamarlo con cura, ad adagiarlo sul materassino, ad ossigenarlo prima del rilascio. Purtroppo per molti è invece un qualcosa che va fatto perchè altrimenti si viene additati come dei mostri. Non dovrebbe essere così, dovrebbe essere una scelta personale fatta con convinzione. Basta con questi estremismi! Non va condannato il pescatore che, nel pieno rispetto delle leggi, decide di onorare un bel pesce a tavola. E' una sua scelta personale. Si può condividere o no, ma va accettata. Capita anche a me di portare in tavola qualche bella trota, o qualche pesce che non ero in grado di rilasciare in buone condizioni. Non sono queste le cose che fanno male alla pesca. Sono le stragi indiscriminate, i rifiuti lasciati in riva al fiume, le lattine gettate in acqua, i fili abbandonati tra l'erba,...Sono stufo anche di coloro che si riempiono la bocca con la parola sportività, per giustificarsi delle numerose rotture dovute all'utilizzo di fili sottodimensionati. "Così il pesce ha buone possibilità di liberarsi!" Basta con queste stronzate! Allora usa ami senza ardiglione, o non aspettare 10 minuti quando vedi una magiata sul vivo! Non sei sportivo quando peschi un pesce con un filo volutamente troppo sottile, e lo lasci nuotare per il resto della vita con un amo o un'ancoretta in bocca! E' giusto rischiare di condannarlo a morte, è giusto portare a riva un pesce sfinito, col cuore scoppiato, solo perchè col filo sottile ti godi di più e più a lungo il combattimento? Sportività significa rispetto per il nostro avversario, che lo si voglia rilasciare o no. 












3 commenti:

  1. Ciao Marco! Complimenti per il blog, vedo che te la cavi bene anche in altri campi d'azione ;)
    Non sono mai andato a pesca e non conosco i termini di questa pratica, però una volta mi piacerebbe accompagnare qualcuno e la descrizione che fai nel post precedente è molto convincente!
    Bravo!
    A presto
    Ale (http://lazonadiale.blogspot.com/)

    RispondiElimina
  2. Grazie Ale, l'idea del blog è nata mentre ero ricoverato in ospedale e non avevo nulla da fare. Così mi sono detto: perchè non buttare giù qualche riga? E così è nato questo blog. Devo ammettere di essere un po' invidioso della tua abilità nello scrivere. Sei in gamba! Ti leggo sempre con piacere :)

    RispondiElimina
  3. caspita, grazie, mi fai arrossire (ancora di più?! ;) )! poi è una cosa che sviluppi continuando a scrivere. anche tu però riesci a comunicare molto bene il tuo pensiero.
    Ale

    RispondiElimina